IL GLADIATORE ARBELAS O SCISSOR

Conosciamo bene le caratteristiche e i dettagli delle varie tipologie di gladiatori antichi: il mirmillone, il reziario, il trace, l'oplomaco, ecc., ma ci sono delle varianti poco conosciute, che molte volte le ricerche storiche ed archeologiche non riescono a confermarne le teorie e le speculazioni fatte.
Una di queste varianti è il gladiatore di tipologia arbelas o scissor, varietà presente nei territori dell'est dell'Impero, dove i giochi gladiatori ebbero una notevole vitalità ed un ragguardevole interesse politico e sociale.
Il primo riferimento che abbiamo su questo tipo di gladiatore è nell'Oneirocritica (Ὀνειροκριτικά) di Artemidoro di Daldi, trattato in lingua greca sull'interpretazione dei sogni, scritto nel II secolo d.C.
Questo testo è importante per gli storici che si occupano di gladiatura perchè fornisce informazioni tramite l'analisi dei sogni, sulle varie classi e le differenti armature dei gladiatori, ma anche per l'uso della terminologia greca utilizzata nelle provincie romane dell'Est che molte volte sostituiva il latino ufficiale, infatti Artemidoro sostituisce le dominazioni latine nella lingua greca parlata.
Tra i diversi sogni, Artemidoro comunicando circa le dominazioni dei gladiatori, scrive: "quello comunemente chiamato arbelas". Il termine arbelas (ἀρβήλας) riferito ad una tipologia gladiatoria è noto solo in questo trattato e non si trova da nessun'altra parte.

Roger Pack storico e classicista è stato il primo studioso a collegare il tipo di gladiatore chiamato arbelas con una lama a forma di mezzaluna usata per tagliare il cuoio, chiamata in antichità arbelos (ἄρβηλος). Nell'enciclopedia greca medievale nota come Etymologicum Magnum si indica un oggetto chiamato arbelon (probabilmente una variante della stessa parola arbelos), un coltello a mezza luna da calzolaio che era anche un hoplon, che significa "arma da guerra". Pack di conseguenza suggerì che il nome arbelas si riferisse ad un gladiatore che usava un arbelos come arma.
Pack pubblicò la sua edizione dell'Oneirocritica di Artemidoro nel 1963, che rimane attualmente quella più in uso in lingua inglese, spiegando le varie terminologie. Tuttavia, la sua proposta sul gladiatore arbelas non fu accolta dagli studiosi di settore, perchè non vi erano raffigurazioni di questo gladiatore su reperti conosciuti all'epoca che certificassero la sua ipotesi.
Nel 2001 un altro studioso, lo storico Michael Carter, pubblicò un articolo in cui identificava alcuni rilievi come raffigurazioni di gladiatori arbelas, confermando le affermazioni di Pack, proponendo che l'arbelas fosse conosciuto in latino come contraretiarius quasi sempre identificato nella parte occidentale dell'impero con il secutor, il gladiatore che combatte contro il reziario, anche se non vi sono prove certe della connessione.

Le armi del contraretiarius non sono mai state chiaramente identificate, quindi è possibile che fossero quelle dell'arbelas, del resto, come nota Carter, un'arma come l'arbelos permetteva di afferrare la rete del retiarius come un gancio, e non avendo lo scudo consentiva uno scontro bilanciato e cruento.
L'archeologo tedesco Marcus Junkelmann propose il termine scissor per la classe di gladiatori rappresentate sui reperti. Il vocabolo scissor trova il significato in scindere, tagliare, indicando colui che lacera, nome che esiste in un solo testo, un'iscrizione latina da Venosa (CIL IX, 466) che enumera i tipi di gladiatori disponibili nella scuola di Caius Salvus Capito, e indica Marcus Caecilius come scissor.
La lama dell'arbelos aveva una forma particolare, motivo per cui il termine è ancora usato in geometria, e possiamo riconoscerlo sui rilievi, ma scissor è un termine molto generico, e l'iscrizione in cui è riportato non certifica quale tipologia di gladiatore fosse.
Al contrario del termine arbelas, l'indicazione scissor è stata ben accolta grazie alla promozione mediatica e il network di Junkelmann, non solo tra gli appassionati ma anche tra gli studiosi che la utilizzano ormai da tempo per denotare tale gladiatore. Comunque per essere intellettualmente onesti dobbiamo affermare che al giorno d'oggi non sappiamo con certezza la denominazione ufficiale di tale gladiatore raffigurato su vari reperti e stele.

Una stele funeraria originaria dei territori ad Est dell'impero di lingua greca, datata al II sec. d.C., ora al Museo del Louvre, raffigura un gladiatore di nome Myron che indossa una maglia trapuntata, un elmo che copre il viso, simile a quello usato dal gladiatore secutor, brandisce un pugio, la daga romana con una una mano, mentre sull'altro braccio indossa l'arma in questione: un cono, forse in metallo, che termina come una sorta di falce a mezza luna, attaccata dall'arco interno, internamente forse mantenuta con una sorta di presa, di impugnatura.
Altri reperti come la stele funeraria proveniente dall'antica Alicarnasso, nell'odierna Turchia (foto 2), o quelle dall'antica Hierapolis sempre in Turchia (foto 3), raffigurano dei gladiatori arbelas, forse plurale arbelai, o scissor, plurale scissores: che indossano elmo, due schinieri, le ocreae, imbottiti e maneggiano un pugio e l'arma in questione.
La lama a forma di mezzaluna dell'arma, poteva tagliare sia come un coltello che strappare la carne con uno dei due simil ganci laterali della lama, come confermato in determinate sperimentazione archeologiche. Forse era un'arma che oltre ad avere un impatto micidiale nell'attacco, serviva forse a deviare gli attacchi del nemico già che l'arbelas o scissor è privo di scudo. Nella foto 4 una ricostruzione approssimativa di archeologia sperimentale dell'arma usata dall'arbelas o scissor. Forse prossimamente nuove scoperte porteranno a maggiori chiarimenti, la questione rimane aperta.