AFFRESCO DA STABIAE CON DISCOBOLO

Affresco romano di un discobolo, l'atleta del lancio del disco, proveniente da Villa Arianna, dagli scavi archeologici dell'antica Stabiae, l'odierna Castellammare di Stabia, ora parte della collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
L'affresco, risalente all'incirca al 60 d.C., quasi un ventennio prima della terribile eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia, raffigura con colori vivaci su fondo scuro, un discobolo colto nel momento antecedente al lancio del disco. Questa specialità, indicata in antichità come diskos, era parte dell'antico pentathlon, ed aveva delle tecniche e delle fasi differenti dal lancio del disco attuale. Il lanciatore si posizionava nella pedana di tiro detta balbis, ed impugnato il disco lo lanciava dopo solo un mezzo giro di fase rotatoria, quasi da fermo, al contrario di quello contemporaneo che richiede un giro e mezzo di rotazione.
Si gareggiava al meglio di cinque lanci e le misure raggiunte variavano a seconda del peso del disco: sappiamo che un certo Faillo di Rodi scagliò il disco a 95 piedi, circa 28 mt.
L'atleta dell'affresco guarda lontano, concentrato nel focalizzare la distanza, impugna con la sua mano destra il disco, che nelle competizioni antiche era di bronzo ma talvolta di pietra e pesava all'incirca 2.5 kg, più dei dischi delle gare attuali.