AUREO CON LO STADIO DI DOMIZIANO

Su questo raro aureo romano in oro (cinque sono gli esemplari conosciuti), coniato tra il 201-210 d.C., dal 1844 al British Museum di Londra, è rappresentato lo Stadio di Domiziano a Roma.
I tre principali edifici dove si svolgevano gli eventi atletici e i giochi pubblici nella Roma Imperiale erano tre: il Circo Massimo con le corse di carri, l'Anfiteatro Flavio, conosciuto come Colosseo dove vi erano i combattimento gladiatori e lo Stadio Domiziano, sotto l'odierna Piazza Navona, dove si svolgevano gli agones, gli eventi atletici: corsa, pugilato, lotta, pancrazio e pentathlon.
Sulla moneta si può vedere da un lato la testa di Settimio Severo, laureata, barbuta, e dall'altro lo Stadio a forma di lunga ansa, aperto a sinistra e la facciata con le sue arcate, ornato alla sommità con busti in marmo, probabilmente di campioni e divinità connesse all'atletismo. È noto che nelle immediate vicinanze dello Stadio sono stati rinvenuti gruppi marmorei e statue singole, opere di insigni artisti, che probabilmente erano ubicati nei fornici superiori o collocate nelle nicchie delle aule del piano terreno: come la famosa statua di "Pasquino", ritrovata nel 1501, appartenente ad un gruppo raffigurante Patroclo morente sorretto da Menelao, un torso in marmo pentelico attribuibile a Prassitele e raffigurante l’Apollo Liceo, un torso di Ermete attribuito a Lisippo, il gruppo di Teseo in lotta con il Minotauro, un “torso di atleta che si unge” in marmo pentelico e frammenti riferibili ad altre cinque statue tra cui una discreta replica del Pothos di Scopas.
All'interno dello stadio sulla moneta si possono vedere gli atleti delle varie discipline competitive, a partire da sinistra: un corridore, due pancrazisti, un atleta del salto in lungo, due pugili tra cui uno vincitore, due lottatori, e l'Imperatore seduto sotto un baldacchino.
In alto l'scrizione P P e in basso COS III, l'abbreviazione latina di Consul Tertium. Dall'altro lato SEVERVS PIVS AVG.
L'aureo romano dal peso di 7 grammi corrispondeva a 25 denari o a 100 sesterzi, o a 400 assi. La produzione di monete in oro fu sporadica fino alla conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare; la grande quantità di metallo prezioso permise le prime emissioni particolarmente abbondanti di monete romane d'oro.