COPPA CON COMPETIZIONI ATLETICHE

Coppa greca attica da vino, la kylix, a figure rosse, rinvenuta a Vulci, nell’alto Lazio, attribuita al pittore del gruppo di Thorvaldsen, che mostra diverse competizioni atletiche. La coppa è datata all'incirca al 500 a.C. e si trova dai primi anni del Novecento (non si dispongono di informazioni precise riguardo all'epoca e alle modalità di vendita all’istituzione americana) presso il Metropolitan Museum of Art di New York.

Sul lato A della coppa si può osservare il finale di un incontro di pugilato: l'atleta sulla destra indica, con il dito sollevato, in greco apagoreuein, la sua resa dopo essere caduto, mentre il suo avversario sta caricando il pugno destro e l'arbitro-giudice, l'hellanodikai, interviene prontamente con una speciale frusta biforcuta, la rhabdoi, per segnalare la conclusione della gara.
Gli allenatori, i paidotribai, si trovano ai lati con la mano alzata, gesto che nell'iconografia classica esprime tensione, incitamento ed eccitazione; caratteristica peculiare è il sangue che gocciola dal naso di entrambi gli atleti. I pugili indossano la tipologia di “guantini” per il pugilato, detti meilichai, costituiti da semplici fasce di cuoio di vitello, scelta di pelle che presenta minori rischi di abrasioni in caso di impatto, lunghe circa 3-4 metri, avvolte intorno all'avambraccio, al polso e alle nocche, per proteggere più che il viso dell'avversario.

Sul lato B del vaso sono raffigurati due atleti impegnati nel lancio del disco, il diskos, evento atletico appartenente all'antico pentathlon, i quali discutono tra loro; dietro di essi si trovano simboli dell'atletismo, tra cui l'ariballo, contenitore per l'olio di oliva utilizzato nel massaggio, la spugna e il piccone impiegato per rivoltare la sabbia della superficie di gara, denominata skamma.
A destra, altri atleti impegnati in un incontro di pugilato, anch'essi muniti di “guantini” meilichai, fasce di pelle morbida progettate per proteggere la mano. Sul lato sinistro si trova l'arbitro-giudice, l'hellanodikai, con la frusta, incaricato di vigilare sul rispetto delle regole.
Uno dei pugili, a destra, esegue una torsione veloce, tirando un pugno e allungando contemporaneamente il braccio destro per spingere l’avversario, con l'obiettivo di farlo perdere l’equilibrio prima di assumere l'azione di caricamento del pugno.

L'interno della coppa presenta una raffigurazione di un guerriero di notevole raffinatezza, sebbene modesta; si distingue per la presa salda di una lancia ed è accompagnato da un ragazzo, probabilmente un attendente. L'artista ha dedicato particolare attenzione ai dettagli dell'abbigliamento e dell'armatura del guerriero, posizionando il casco in modo da trasmettere all’osservatore un'espressione contemplativa e abbattuta.