VASO ATTICO CON SCENA DI LOTTA

Vaso attico skyphos (coppa per il vino), a figure rosse, attribuita al Pittore di Penelope, datata al 440-430 a.C., proveniente da Chiusi in Toscana, donato dalle autorità locali a Mr. Arthur Evans nel 1890, ora parte della collezione di antichità dell'Ashmolean Museum di Oxford, con raffigurazione di un incontro di lotta tra due giovani atleti, mentre la vittoria, la dea Nike, seduta a destra su un’alta stele assiste alla competizione in atteggiamento di remissività, forse dovuta ad un eccessivo prolungamento dei tempi, infatti senza limiti di tempo e di punteggio, con l'aggiunta dell'olio di oliva sulla pelle, che rendeva viscidi e sfuggenti gli atleti, gli incontri potevano durare parecchio tempo, ed arrivare alla quota di tre atterramenti per ottenere la vittoria, doveva essere veramente stancante anche per il pubblico.

I lottatori iniziavano la gara in posizione di guardia, la famosa systasis, dal greco stare insieme, e dopo aver incominciato ad incrociare i loro arti superiori intrecciandoli, in greco periplekein, subentravano le pressioni di testa e le prese del corpo, come ci rammenta il poeta greco Nonnus di Panopoli nella sua Le Dionisiache: "entrambi gli atleti iniziano avvinghiando entrambe le mani ai polsi, e cambiando velocemente le prese agli stessi polsi, e trascinandosi l'un l'altro su tutta la superficie sabbiosa, le dita bloccate nella stretta della mano. Un uomo si aggancia intorno al corpo dell'altro uomo che con una mano si appoggia su un lato del corpo , trascinando e trascinato, entrambi sono legati insieme dalle loro mani. Curvano il loro collo e spingono con la testa premendo con la fronte, inclinandosi, nessuna delle due parti riescono a piegare a terra. Da loro fronti cade il sudore, inizia la fatica, incominciano le proiezioni”.