STATUETTA DI PUGILE CON I CAESTI

Bronzetto romano raffigurante un pugile che indossa i guantoni della tipologia detta dei caesti, datata al periodo imperiale dell'inizio del II sec. a.C., ora parte di collezione di antichità privata.
L'atleta indossa una delle variazioni pericolose dei "guantoni" da pugilato antichi, i caesti (singolare caestus), nella variante con lunghe maniche imbottite di solito di lana e fibre tessili naturali, che arrivano fino alle ascelle dell'atleta, per parare e difendersi dai temibili colpi di caestus. Non sappiamo con sicurezza di che materiale fosse in realtà la parte a forma di cestino del guantone, forse cuoio o bronzo; per ora si è solo teorizzato come fossero le tecniche di combattimento con questa tipologia di guantone, ma per il resto rimane un mistero.
Il pugile raffigurato presenta tutte le specificità di un pugile professionista: collo taurino, orecchie a cavolfiore, setto nasale rotto, cranio deformato e asimmetrico dovuto a numerosi colpi ricevuti.
L'atleta è nudo alla maniera greca, infatti il pugilato anche nella variante romana seguiva generalmente i dettami dell'atletismo greco, anche se talvolta si ritrovano rappresentazioni di pugili con il subligaculum, una sorta di pantaloncino ante litteram per coprire le parti intime, perchè i romani per certi versi non riuscirono mai ad accettare del tutto la mentalità greca della nudità.
Il pugile presenta il cirrus in vertice, uno stile di acconciatura di capelli con codino caratteristica e simbolo degli atleti combattenti durante la fase della Roma imperiale.