Mosaico gallo-romano con la raffigurazione della conclusione dell'incontro di pugilato in Sicilia, tra il giovane troiano Darete e un siciliano locale più anziano Entello. Il mosaico risalente tra il 175-200 d.C., è stato ritrovato nel 1836 nella proprietà del marchese Forbin-Janson, a Villelaure, in Francia e venduto, dopo diversi proprietari e diverse controversie, nel 1971 al Getty Museum di Los Angeles.
Nel mosaico viene raffigurato un passo dell'Eneide di Virgilio (Libro 5, righe 362–484): la fine dell'incontro di pugilato nei giochi indetti da Enea in fuga da Troia, futuro fondatore di Roma, in Sicilia per commemorare l'anniversario della morte del padre Anchise. Darete è considerato imbattibile e con vasta esperienza e nessuno si presenta a raccogliere la sfida da lui lanciata ma, solo quando egli arrogantemente pretende di ricevere il premio senza aver combattuto, si fa avanti uno sfidante, il siciliano Entello, più anziano di Darete, che dispone di forza straordinaria e di una vasta conoscenza del pugilato, ed è stato allievo del mitico Erix, eroe, pugile e Re del territorio della Sicilia occidentale (l'odierna Erice), ucciso in un incontro di pugilato da Ercole. Darete ha la peggio "vomitando denti misti a sangue", rischiando di essere ucciso dalla potenza dei pugni del pugile siciliano, ma salvato da Enea che interrompe il combattimento decretando la vittoria di Entello che riceve il premio: un toro bianco, che poi sacrifica, frantumandogli il cranio con un solo colpo di pugno per dimostrare la sua forza e onorare gli Dei.
Nel mosaico l'immagine centrale è contornata da un bordo in tre parti: una fascia interna guilloché, un rinceau di foglie di vite e di edera alternate con quadrati rossi ai quattro angoli e un bordo esterno di galloni in bianco e nero. Al centro si vedono due pugili che stanno schiena contro schiena, a sinistra Entello prode davanti a un toro bianco inginocchiato e morente, la cui fronte è grondante di sangue dopo che gli ha dato un pugno per ammazzarlo e sacrificarlo agli Dei; sulla destra Darete che si volta sconfitto con le braccia abbassate, la cui fronte, le tempie e la nuca grondano anch’esse copiosamente di sangue. Entrambi gli uomini sono nudi alla maniera greca ed indossano la tipologia di guantoni da pugilato indicata come himantes, gli stessi del famoso Pugile delle Terme o Pugile a Riposo, opera in bronzo ora al Palazzo Massimo a Roma, anche se nell’Eneide si parla di caestus, termine generale per indicare i guantoni da pugilato, e molte volte parola che indica un particolare tipo di guantoni del periodo imperiale.
Le figure sono rese in policromia su fondo bianco, e sono composte da tessere di pietre naturali, principalmente rosse, nere e grigie; le corna del toro, invece, sono di azzurro pallido, tessere di pasta vitrea.
Il mosaico era parte di diversi panelli che decoravano il pavimento di un'antica villa romana di campagna, vicino alla moderna città di Villelaure, nel sud della Francia, un tempo parte della provincia romana della Gallia. L'illustrazione di questo passaggio dell'Eneide è rara nell'arte romana, infatti gli unici altri mosaici conosciuti che raffigurano questo passaggio sono della stessa zona, e risalgono anch'essi alla metà e alla fine del II secolo d.C., suggerendo che tutti siano un prodotto della stessa bottega locale.