SCULTURA DI GIOVANE SATIRO CON MASCHERA

Scultura romana in marmo di un giovane satiro, con un'altezza di circa 60 cm, rappresentante un satiro che indossa una maschera teatrale dell'anziano satiro Sileno, datata al I secolo d.C., attualmente parte della collezione di antichità dell'Art Institute di Chicago. Sebbene questo soggetto si trovi frequentemente nella scultura in rilievo, specialmente su sarcofagi e pietre preziose, questa rappresenta l'unica versione scolpita a tutto tondo esistente. La scultura è stata rinvenuta nel terreno dei Giardini di Villa Ludovisi, antichi Giardini di Sallustio, gli Horti Sallustiani, a Roma, e ha fatto parte della collezione del proprietario del terreno, il Cardinale Alessandro Ludovisi, successivamente Papa Gregorio XV. L'opera è stata restaurata da Alessandro Algardi nel 1628, che, insieme a Gian Lorenzo Bernini, è stato uno dei due scultori più illustri dell'età barocca a Roma.
Il reperto potrebbe appartenere a un antico gruppo statuario romano; originariamente, avrebbe dovuto rappresentare una figura opposta al piccolo satiro dell'opera, come indicano alcune iconografie. Tale figura potrebbe essere un altro satiro bambino, forse seduto, impaurito dal giovane satiro che, con una mano inserita attraverso la bocca spalancata della maschera, spaventa il suo amico. Si evidenzia il dettaglio della parte inferiore del viso del piccolo satiro, così come la sua bocca ghignante, visibile attraverso gli "occhi" della maschera. I satiri erano i seguaci maliziosi e giocosi di Dioniso, l'antico Dio del vino e del teatro; pertanto, non sorprende trovarne uno che si rappresenta con una maschera di Sileno.

Sileno è una figura della mitologia greca, rappresentando il dio agreste e selvaggio, nonché educatore di Dioniso. Sileno corrisponde al dio anziano delle campagne, associato alla vinificazione e all'ubriachezza. Nel mito, è considerato lo spirito della danza della spremitura dell'uva sul torchio, e il suo nome deriva dalle parole 'seiô', che significa "muoversi avanti e indietro", e 'lênos', che indica "il trogolo del vino". È una divinità minore dei boschi, di natura selvatica e lasciva, spesso assimilata al satiro, al punto che il termine 'Sileno' viene talvolta utilizzato per indicare uno satiro anziano, chiamato anche Papposileno.
Il soggetto sembra un normale bambino paffuto, tranne per il minuscolo ciuffo sulla coda, che emerge dalla parte bassa della schiena, indicando chiaramente la sua natura: i satiri erano in parte umani e in parte animali e vengono raffigurati talvolta con corna, orecchie, zampe e coda caprina.
Il reperto ha avuto molti proprietari: in origine apparteneva al Cardinale Alessandro Ludovisi, che poi divenne Papa Gregorio XV. Successivamente, la proprietà passò a Giambattista Ludovisi nella seconda metà del XVII secolo, per poi essere donata all'avvocato e notaio Giovanni Paolo Quintilij fino al 1705. Più tardi, nel 1900, fu donata a Sabina Angela Quintilij del Cinque. Nel 1922 fu venduta all'Istituto S. Alessio di Roma, e infine, nel 1922, all'artista svizzero Jacob Hirsch, che la vendette per 3.525.000 dollari tramite l'asta Sotheby's a Londra, all'Art Institute di Chicago.