GRAFFITO DA POMPEI CON GLADIATORE

Graffito su intonaco di gladiatore di tipologia Mirmillone, da Pompei, seconda metà I secolo d.C., parte della collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN).
I Romani utilizzavano i muri degli edifici pubblici e privati per disegnare, incidere e scrivere messaggi, talora firmati talora anonimi, di contenuto personale, politico, erotico, amoroso, religioso ed anche di carattere sportivo. Questa sorta di “letteratura di strada”, così spontanea e variegata, rappresenta per noi uno scrigno prezioso, una fonte inestimabile di testimonianze e informazioni che ci offrono uno spaccato sulla vita dell’epoca, sulle consuetudini, sulla quotidianità, anche quella più intima, che non trova talora spazio negli scritti letterari.
Pompei è una vera e propria miniera in tal senso: l’eruzione stessa che ha distrutto la città nel 79 d.C. ha permesso la conservazione di queste iscrizioni che, insieme agli affreschi, rappresentano di certo una delle migliori occasioni per rendersi conto che in fondo “noi” non siamo poi molto diversi da “loro”.
Negli ultimi anni sono stati ritrovati centinaia di antichi graffiti fatti da antichi tifosi, oltre a Pompei ed Ercolano anche a Zeugma, Afrodisia, Smirne, ed altri importanti luoghi del passato, che documentano l'importanza per la gente comune, nella vita di tutti i giorni, degli spettacoli sportivi, e ci danno un'idea dei diversi tipi di gladiatori che combattevano nell'arena.
Il gladiatore rappresentato è un Mirmillone, in latino Murmillo, della categoria degli "scutati”: impugna l’arma di offesa, il gladius, la spada romana, solo accennata con un tratteggio, maneggia un grande scudo rettangolare, lo scutum, e veste un elmo a tesa larga dotato di visiera con pennacchi, il cimiero. Indossa una manica segmentata, uno schiniere, l'ocrea sulla gamba sinistra e il subligaculum, un indumento intimo, una specie di pantaloncino ante litteram.
Questa tipologia di gladiatore sfruttava la sua difesa per poter lanciare brevi e veloci attacchi, ma la pesantezza dell'arma e dell'armatura, si calcola un totale di 15-20 kg., portava ad una lentezza di spostamenti, che potevano essere sfruttati dall'avversario.