Questi quattro piccoli affreschi, con delle scenette simili alle nostre vignette, con figure di uomini e donne e al di sopra delle esclamazioni del linguaggio popolare, sono decorazioni sulla parete nord della caupona o termopolio di Salvius a Pompei, nella Regio VI. Contengono esclamazioni del linguaggio popolare e sono datate dopo il 50 d.C. Attualmente fanno parte della collezione di antichità del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il thermopolium, o caupona, era una sorta di tavola calda e osteria dell'antica Roma, dove si potevano comprare e consumare cibi caldi e bevande pronti all'uso.
Situata in un angolo affollato tra due vie molto trafficate, il nome del suo vero proprietario è sconosciuto e la bottega prende il nome dall'annuncio elettorale per Salvius, dipinto sul suo muro esterno.
Gli affreschi con "vignette", sopravvissuti all'eruzione del Vesuvio, ci offrono uno sguardo raro sul linguaggio e lo stile di vita delle classi subordinate di Pompei.
Le immagini, probabilmente dipinte in fretta da un artista di scarso talento, forse in cambio di beni—come avviene oggi—si differenziano dagli eleganti affreschi delle ricche ville pompeiane.
Nella prima immagine partendo dalla sinistra, una ragazza bacia un uomo, sopra vi è scritto "Nolo cum Myrtale!" cioè "non voglio con Myrtale", forse una prostituta scelta al posto di Mirtale, o una nuova amante che prende il posto di una ormai passata.
Nella seconda vignetta, si vede una donna inserviente che porta del vino, e l'uomo sulla sinistra dice di portarlo a lui: "Hoc!" (Qui!), l'altro uomo sulla destra esclama: "Non mia est!!" (No, è mio!!); la donna spazientita esclama: "Qui vol, sumat! Oceane, veni! bibe!" (Chi vuole, lo prenda. Oceane, vieni qui e bevi).
Nel terzo piccolo affresco della taverna, due uomini litigano mentre giocano a dadi, passatempo abituale nelle osterie del tempo, dopo aver tirato esclama "Exsi!" (Sei fuori, hai perso!), l'altro ribatte:"Non tria, duas est!" (Non è un tre, è un due!).
Nell'ultima vignetta due uomini vengono alle mani, il primo insiste sulla sua vittoria: "Noxsi, a me trias! ego fui victor!" (Imbroglione! A me è uscito tre! Ho vinto io!); l'altro individuo offendendo dice di essere lui il vincitore:"Orte fellator, ego fui victor!" (Succhiacazzi nato, ho vinto io!), l'oste spazientito intima ad entrambi di uscire dalla caupona e di litigare fuori:"Itis! foras rixsatis!"(Andate fuori se volete fare una rissa!).